Il Mac Studio è un diamante: il computer Apple più potente mai creato

Due nuovi prodotti, di cui uno del tutto inedito, il Mac Studio e lo Studio Display. Sono prodotti assolutamente professionali e mirati ad una cerchia ristretta di “addetti ai lavori” tra: sviluppatori, studi di registrazione musicali, studi fotografici o chi si occupa di grafica 3D e video produzione. Il primo è un computer, il secondo è un Monitor molto particolare ed avanzato.

Il Mac Studio è un computer capace di fornire ad ogni utente tutto il necessario per creare la postazione di lavoro che ha sempre sognato. Con il chip M1 Max ed il nuovo M1 Ultra, il più potente al mondo su un personal computer, Mac Studio è una rivoluzione per il settore.

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È il primo computer ad offrire prestazioni senza precedenti, tante porte per una connettività estesa e nuove possibilità in un design incredibilmente compatto, da tenere a portata di mano, sulla scrivania. Con Mac Studio si possono fare cose impossibili su altri computer desktop, come il rendering di enormi ambienti 3D e la riproduzione di 18 stream di video ProRes.

“Non potremmo essere più entusiasti di presentare un Mac desktop e un monitor completamente nuovi con Mac Studio e Studio Display”, ha dichiarato Greg Joswiak, Senior Vice President of Worldwide Marketing di Apple. “Con le incredibili prestazioni rese possibili dai chip M1 Max e M1 Ultra, l’ampia gamma di opzioni di connettività, e un design compatto in cui tutto è a portata di mano, Mac Studio inaugura una nuova era per i computer desktop. E Studio Display, con il suo spettacolare schermo Retina 5K, oltre alla migliore combinazione di videocamera e audio mai vista in un monitor desktop, non conosce rivali.”

Mac Studio offre ancora di più a chi vuole spingere al massimo la propria creatività, con prestazioni rivoluzionarie, un’ampia gamma di porte per le periferiche, e un sistema modulare per creare la configurazione perfetta.

Un sistema desktop dal design rivoluzionario, reso possibile dal chip Apple

Con la potenza e l’efficienza del chip Apple, Mac Studio reinventa completamente il design dei computer desktop ad alte prestazioni. Ogni elemento all’interno di Mac Studio è progettato per ottimizzare le prestazioni dei chip M1 Max e M1 Ultra, e rende possibili una potenza e una versatilità mai viste prima in un formato da scrivania.

Ricavato da un unico blocco in alluminio estruso, Mac Studio ha un ingombro di soli 19,7 cm x 19,7 cm e un’altezza di appena 9,4 cm, occupa pochissimo spazio e trova posto senza problemi sotto la maggior parte dei display. Inoltre, il suo innovativo design termico rende possibile un livello straordinario di prestazioni. Lo speciale sistema con ventole su due lati, i canali dei flussi d’aria accuratamente posizionati e le oltre 4.000 perforazioni sul retro e sul fondo dello chassis guidano l’aria attraverso i componenti interni e raffreddano i chip ad alte prestazioni. Grazie all’efficienza del chip Apple, Mac Studio è incredibilmente silenzioso anche con i carichi di lavoro più pesanti.

Prestazioni rivoluzionarie con i chip M1 Max e M1 Ultra

I chip M1 Max e M1 Ultra di Mac Studio permettono di ottenere prestazioni della CPU e della GPU straordinarie, più memoria unificata di ogni altro Mac, e di fare cose impossibili con qualsiasi altro computer desktop. Con il chip M1 Max, i flussi di lavoro creativi possono raggiungere nuovi livelli, e per chi ha bisogno di una potenza di elaborazione ancora maggiore, con il chip M1 Ultra, Apple fa un ulteriore balzo in avanti dotando il Mac Studio di prestazioni mozzafiato. Il chip M1 Ultra si sviluppa dall’M1 Max e integra la nuova architettura UltraFusion che collega il die di due chip M1 Max creando un SoC (system on a chip) con prestazioni e capacità senza precedenti, composto da 114 miliardi di transistor. Nessun altro chip per personal computer ne ha così tanti.

Mac Studio con M1 Max:

Ha una CPU fino a 2,5 volte più veloce rispetto all’iMac 27″ più veloce con processore 10-core.

Ha una CPU fino al 50% più veloce rispetto a Mac Pro con processore Xeon 16-core.

Ha una grafica fino a 3,4 volte più scattante rispetto ad iMac 27″ e oltre il triplo rispetto a Mac Pro con la sua scheda grafica più diffusa.

È fino a 7,5 volte più veloce di iMac 27″ e fino a 3,7 volte più scattante di Mac Pro 16-core nella conversione dei video.

Mac Studio con M1 Ultra:

Ha una CPU fino a 3,8 volte più veloce rispetto all’iMac 27″ più veloce con processore 10-core.

Ha una CPU fino al 90% più veloce rispetto a Mac Pro con processore Xeon 16-core.

Ha una CPU fino al 60% più veloce rispetto a Mac Pro 28-core.

Ha una grafica fino a 4,5 volte più scattante rispetto ad iMac 27″ e fino all’80% più veloce rispetto alla migliore scheda grafica per Mac disponibile a oggi.

È fino a 12 volte più veloce di iMac 27″ e fino a 5,6 volte più scattante di Mac Pro 28-core nella conversione dei video.

Con il suo media engine ultra-potente, Mac Studio con M1 Ultra può riprodurre 18 stream di video ProRes 422 a 8K, un’impresa che nessun altro computer al mondo è in grado di eguagliare. Mac Studio batte tutti i record anche per quanto riguarda la memoria grafica su un sistema desktop, con memoria unificata fino a 64GB sui sistemi con chip M1 Max e fino a 128GB su quelli con M1 Ultra. La scheda grafica per workstation più potente disponibile oggi offre soltanto 48GB di memoria video, perciò, avere a disposizione così tanta memoria è una vera rivoluzione per i flussi di lavoro professionali. Inoltre, l’unità SSD di Mac Studio consente performance fino a 7,4 GB/s e una capacità fino a 8TB, per lavorare su progetti enormi con velocità e prestazioni incredibili.

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Connettività a portata di mano

Grazie al suo design compatto, su Mac Studio le porte di uso più comune sono tutte facilmente raggiungibili. Sul retro ci sono quattro porte Thunderbolt 4 per collegare display e dispositivi ad alte prestazioni, una porta 10Gb Ethernet, due porte USB-A, una porta HDMI e un jack audio professionale per cuffie ad alta impedenza o altoparlanti amplificati esterni. Sono integrate anche le tecnologie Wi-Fi 6 e Bluetooth 5.0.

Dal momento che gli utenti collegano e scollegano spesso dispositivi, come quelli di archiviazione portatili, Mac Studio include porte sul davanti, per un accesso più comodo. Ci sono due porte USB-C, che supportano USB 3 a 10 Gb/s sul modello con chip M1 Max e Thunderbolt 4 a 40 Gb/s su quello con M1 Ultra. C’è anche uno slot per schede SD per importare facilmente foto e video. Inoltre, si possono collegare anche diversi monitor: fino a quattro Pro Display XDR oltre a una TV 4K, per un totale di quasi 90 milioni di pixel.

Prezzi e disponibilità

I nuovi Mac Studio e Studio Display sono disponibili da oggi su e tramite l’app Apple Store. Le consegne inizieranno venerdì 18 marzo , quando saranno disponibili anche in alcuni Apple Store e Rivenditori Autorizzati Apple.

su e tramite l’app Apple Store. Le consegne inizieranno venerdì , quando saranno disponibili anche in alcuni Apple Store e Rivenditori Autorizzati Apple. Mac Studio è in vendita a partire da €2.349 . Ulteriori opzioni di configurazione sono disponibili su

. Ulteriori opzioni di configurazione sono disponibili su Magic Keyboard con Touch ID e tastierino numerico (€205), Magic Trackpad (€155) e Magic Mouse (€109) nella nuova versione argento e nero sono disponibili su e vanno acquistati separatamente.

Il 06 maggio 1998 viene presentato l’iMAC. Il computer che ha reinventato la Apple

Il 6 maggio del 1998, Steve Jobs presentò un nuovo e ambizioso Mac mirato specificamente ad un facile accesso a Internet. Non solo ha ridefinito il design e lo stile dei prodotti tecnologici, ma ha tracciato un percorso strategico che avrebbe portato Apple dall’essere un produttore di PC di minoranza all’azienda tecnologica più preziosa del mondo.

Nello specifico, l’iMac ha avuto una sua logica dirompente, in quanto per la sua progettazione vennero prese decisioni coraggiose che il pensiero convenzionale riteneva sbagliate.

L’Apple ritorna finalmente in pista

Appena dieci mesi prima dell’introduzione dell’iMac (all’evento del maggio 1998 la società ha chiamato “Back on Track”), Jobs e il suo team di gestione avevano preso il controllo di Apple e ucciso una serie di progetti e prodotti per concentrare l’azienda su due semplici idee: il Power Mac desktop del 1997 e un PowerBook nero, entrambi alimentati da un processore G3.

L’ iMac è stata un’opportunità unica per Apple che è riuscita a mostrare la sua competenza nel rendere la tecnologia avanzata ampiamente accessibile a tutti. Questi due prodotti erano stati ottimizzati per i clienti Apple già esistenti: per lo più professionisti creativi attratti dal software Mac intuitivo ed estetico di Apple.

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Con iMac, Apple mirava a un mercato più ampio di persone che desideravano un modo pratico e semplice per accedere a Internet. Anche se oggi sembra qualcosa di innato all’interno di ogni singolo device, l’iMac di fatto è stata quell’opportunità unica per la Apple di mostrare la sua competenza nel rendere la tecnologia avanzata ampiamente accessibile a tutti e allo stesso tempo attraente. Questa strategia si sarebbe ripetuta con il notebook iBook di Apple nel 1999, il lettore musicale iPod nel 2001, l’iPhone nel 2007, l’iPad nel 2010 e l’Apple Watch nel 2015 e così via.

Per spiegare perché il mondo aveva bisogno del nuovo iMac di Apple, Jobs ha prima spiegato cosa c’era di sbagliato nei PC consumer entry-level. Erano lenti, utilizzavano processori obsoleti, generalmente non erano pronti per connettersi alle reti e utilizzavano “I/O di vecchia generazione”, inclusi connettori PS/2 per tastiere e porte seriali e parallele legacy, oltre a richiedere agli utenti di caricare i driver software per ogni dispositivo: Inoltre, aggiunse Jobs, erano brutti.

Il G3 era veloce

Prima di svelare il nuovo iMac, Jobs ha delineato perché questo computer sarebbe stato diverso.

Per cominciare, Apple utilizzava un moderno processore G3 a 233 MHz, lo stesso chip che aveva utilizzato nel suo Pro Power Mac G3 entry-level solo sei mesi prima ad un prezzo di 300 dollari in più.

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Quel chip Power PC di nuova generazione vantava un vantaggio in termini di prestazioni “fino a due volte più veloce” dei processori Intel Pentium II a velocità di clock simili, una linea promossa da Apple negli spot pubblicitari che ritraevano il chip Intel come una lumaca.

Il nuovo G3 dell’iMac ha anche superato il Power Macintosh 9600 di fascia alta, che l’azienda aveva appena introdotto un anno prima a partire da 3.700 dollari (circa 6.000 dollari di oggi, al netto dell’inflazione). Il nuovo iMac è arrivato proprio mentre l’architettura PowerPC stava facendo il suo passo e ha reso la macchina economica veloce rispetto ad altri PC.

Concentrarsi sul suo vantaggio unico in termini di prestazioni è stato qualcosa che Apple ha ripetuto ancora una volta con l’iPod basato su Firewire nel 2001, i processori G4 e G5 nei successivi modelli di Mac, e si è trasformato in una strategia fondamentale per Apple nei dispositivi mobili con il suo chip A4 personalizzato nell’iPad originale e iPhone 4. Da allora, l’aggressivo miglioramento dei processori da parte di Apple lo ha mantenuto in testa al settore mobile.

Più di recente, Apple è passata ai controller di memoria personalizzati e al proprio sviluppo di GPU mobili per iPhone 8 e X e ha introdotto i chip della serie W che offrono un vantaggio del silicio ai suoi prodotti wireless AirPods e Beats.

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Ethernet e USB integrati

In un momento in cui i PC avevano generalmente bisogno di un modem esterno per connettersi a Internet tramite le linee telefoniche, il nuovo iMac integrava sia il suo modem relativamente veloce (rendendo facile la connessione collegando solo un cavo telefonico) che Ethernet a 100 Mb.

Ciò lo ha reso pronto all’uso per il mondo emergente delle reti domestiche e del servizio Internet DSL. Inoltre, il nuovo iMac aveva adottato “coraggiosamente” un tipo di porta completamente nuova sviluppato dalla Intel: Universal Serial Bus o USB.

Con l’USB, i consumatori potevano semplicemente collegare un dispositivo e il sistema si sarebbe configurato da solo. E invece di avere cavi e connettori completamente diversi per la tastiera, una stampante, un disco esterno e uno scanner piano, USB poteva servire una vasta gamma di dispositivi con una semplice porta, anche concatenando più dispositivi in ​​un hub.

Le porte USB erano già apparse sui PC, ma generalmente non venivano utilizzate perché i produttori di dispositivi continuavano a costruire prodotti leggermente più economici utilizzando porte seriali RS-232, cavi PS/2 per tastiere, mouse, stampanti e dischi. Il problema delle porte legacy e degli utenti che preferivano “prodotti tecnologici ma economici” rispetto a “tecnologie avanzate e facilità d’uso” era più facile da affrontare dalla Apple perché poteva differenziarsi con un’esperienza premium piuttosto che competere solo sul prezzo come lo erano la maggior parte dei produttori di PC.

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Il nuovo iMac includeva anche la IrDA, un modo per trasmettere i dati (come un telecomando TV) utilizzando la luce. Non era veloce come la tecnologia wireless che Apple avrebbe implementato in futuro, inclusi Bluetooth e WiFi, ma offriva un modo precoce per trasmettere foto e altri dati di base senza bisogno di cavi.

Apple ha portato il Wi-Fi nel mainstream con iBook l’anno successivo e ha fatto avanzare regolarmente sia il Wi-Fi che il Bluetooth. Ha rapidamente implementato BLE a partire dal 2011, prima che altre piattaforme ne intravedessero il valore. Apple ha anche aperto la strada allo sviluppo di modi estremamente semplici per sfruttare la connettività wireless, inclusa la distribuzione wireless AirPlay e una suite di tecnologie Continuity tra cui Handoff e AirDrop.

L’aggressiva spinta dell’azienda alla connettività wireless le ha consentito di fornire dispositivi mobili ultrasottili con un solo connettore, da iPod a iPhone e iPad, e più recentemente anche intere piattaforme informatiche prive di porte, inclusi Apple Watch e il nuovo HomePod .

Altre aziende hanno deciso di continuare ad utilizzare i cavi legacy, inclusi i più recenti rispolveri che hanno coinvolto i jack audio analogici sugli iPhone più recenti, il dongle-armageddon relativo ai moderni MacBook ecc…

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“La parte posteriore è meglio della parte anteriore”

Dopo aver mostrato tutti i suoi risultati tecnici, Jobs ha quindi presentato la nuova macchina come un involucro all-in-one costruito utilizzando plastica traslucida ispirata alle onde cristalline della spiaggia.

Jobs ha mostrato il volto dell’iMac con altoparlanti stereo e un vassoio CD-ROM sotto il suo display da 15 pollici 1024×768 (Jobs ha notato che la maggior parte dei PC utilizzava schermi da 13 pollici di bassa qualità).

Venne presentato con un “hello” scritto a mano (un omaggio all’introduzione del Macintosh originale del 1984). Ha quindi chiesto a un operatore di telecamere wireless di eseguire due passaggi completi attorno ai lati e sul retro, mostrando le porte nascoste, il pannello posteriore trasparente e una maniglia per il trasporto.

“A proposito, il posteriore di questo computer sembra migliore rispetto alla parte anteriore”

ha detto Jobs mentre descriveva a filosofia che ha portato al suo design.

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La fine del beige

I computer erano stati scatole beige da quando Jobs aveva portato l’Apple II nel mainstream alla fine degli anni ’70 con una custodia di plastica modellata con schiuma che evocava l’aspetto futuristico di una macchina da scrivere.

Questo design si è distinto in un ambiente di PC dall’aspetto industriale in case di lamiera con viti e cuciture a vista.

I cambiamenti più audaci nell’industria dei PC nei successivi due decenni di personal computer hanno avuto anche le impronte digitali di Jobs: il Macintosh integrato del 1984 con il suo display piccolo ma accurato e il cubo nero rigido che Jobs aveva introdotto per NeXT alla fine degli anni ’80.

Tuttavia, entrambi i prodotti avevano dimostrato che essere all’avanguardia e distintivi non era sufficiente per avere un enorme successo fin dall’inizio. E questo fatto probabilmente ha contribuito a mantenere l’industria dei PC timidamente noiosa.

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La nuova Apple, con Jobs al timone, stava delineando una nuova strategia che cercava di attirare audacemente l’attenzione pur essendo tecnicamente competente e allo stesso tempo anche pragmatica, economica e accessibile alle persone normali.

I critici di iMac

Non sorprende che i critici allineati con i PC Windows pensassero che il prezzo dell’iMac non lo avrebbe portato al successo, dato che potevano acquistare una scatola di metallo e vari componenti e passare la giornata ad assemblare una macchina con specifiche migliori e avere abbastanza soldi rimanenti per acquistare la licenza per Windows.

Ma anche gli esperti del Mac erano dispiaciuti in quanto riportavano che la Apple avrebbe dovuto incorporare porte legacy in modo che le persone con una montagna di tastiere ADB e GeoPort e cavi di rete AAUI e dispositivi seriali MiniDIN RS-422 avrebbero potute adoperarle.

Tuttavia, 20 anni dopo l’iMac è stato il Mac desktop di maggior successo di Apple, mentre il Mac inclusi Xserve, G4 Cube e Mac mini, hanno venduto così poco che sono stati tutti effettivamente sospesi.

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Ci sono state anche legittime critiche all’iMac.

Mentre Jobs ha detto durante la presentazione che aveva “una tastiera e un mouse fantastici”, in realtà il mouse rotondo etichettato come “il mouse più bello del pianeta” e persino “il mouse più meraviglioso che tu abbia mai usato”, aveva un design frustrante perché non permetteva un orientamento chiaro e questo lo rendeva poco usabile.

Queste problematiche di fatto hanno indotto ad una nuova fornitura di dispositivi USB specifici per iMac, riducendo il prezzo delle periferiche USB e infine hanno aiutato il mondo dei PC a salire sul treno dell’USB. Ciò ha anche aiutato Apple a implementare più rapidamente l’USB sulle altre linee di prodotti e a eliminare le porte legacy.

iMac Impact

Nei due decenni trascorsi da quando Jobs ha presentato per la prima volta iMac come un nuovo computer veloce ed elegante per consentire a persone normali di accedere a Internet, i progressi tecnici hanno continuamente aggiornato il suo design.

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Quattro anni dopo, Apple ha introdotto il suo primo iMacG4 basato su LCD utilizzando un caratteristico design “igloo”. Questo ha messo Apple sulla strada per sbarazzarsi del tutto degli schermi CRT problematici per l’ambiente.

Gli iMac hanno anche adottato WiFi, Bluetooth e Gigabit Ethernet e nel 2002 Apple ha spostato i suoi Mac sulla nuova piattaforma macOS X, il suo sistema operativo avanzato basato su Unix che utilizza l’avanzata tecnologia di sviluppo delle applicazioni NeXT.

Nel 2006, i processori Intel avevano superato il potenziale di PowerPC, quindi Apple ha adottato i suoi nuovi chip Intel Core, a partire da iMac. Allo stesso tempo, Apple aveva investito in un futuro mobile per la piattaforma Mac, sviluppando anche i suoi dispositivi ultramobili iPod. L’anno successivo, Apple ha distribuito il suo iPhone: una versione ottimizzata per dispositivi mobili di ciò che l’iMac era stato un decennio prima: un modo semplice e conveniente per le persone normali di accedere a Internet.

Man mano che i consumatori tradizionali si sono spostati verso dispositivi iOS mobili per accedere al Web e alle app ottimizzate per dispositivi mobili, iMac si è evoluto in un’esperienza desktop di fascia alta con connettività Thunderbolt veloce (2011), una custodia ultrasottile che utilizza la saldatura ad attrito , archiviazione SDD veloce e display più grandi, fino all’incredibile schermo da 27 pollici di iMac 5K e del suo potente partner, l’iMac Pro basato su Intel Xeon da 8 a 18 core.

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La strategia alla base della macchina che ha definito la nuova Apple – e ha sfidato lo status quo – continua a manifestarsi in tutta la linea di prodotti Apple: la sua attenzione al buon design, le sue prestazioni veloci guidate da componenti premium piuttosto che dal prezzo delle materie prime, il suo intento di ridurre la complessità delle porte e l’ingombro dei cavi, la sua semplicissima facilità d’uso e il design pronto all’uso sono ora marchi di fabbrica di tutto quello che circonda Apple.

iMac Pro 2022: tutto quello che sappiamo sul modello da 27 pollici

Apple sta lavorando a una versione aggiornata di un iMac da 27 pollici, che potrebbe chiamare con il nome “iMac Pro” e lanciare nel 2022. Un dispositivo che promette grandi prestazioni grazie ai chip M1 Pro o Max visti l’anno scorso su MacBook. E anche qualità d’immagine grazie al display mini–LED. Ecco tutto quello che sappiamo su iMac Pro (2022).

iMac Pro (2022), tutto quello che sappiamo sul computer Apple da 27 pollici

L’arrivo l’anno scorso di iMac, la versione da 24 pollici e con chip Apple M1, ha dimostrato che i chip costruiti in casa dalla Mela possono essere utili anche sui computer fissi. Non solo perché hanno permesso di ridurre le dimensioni dell’all-in-one e lanciarne un nuovo e interessante design. Ma anche perché le prestazioni e il grande schermo lo rendono perfetto per un suo casalingo e anche per sostenere lo smart working della maggior parte degli utenti.

Quest’anno Apple vuole rincarare la dose, lanciando un nuovo iMac Pro (sembra che questo sia il nome scelto per il modello) da 27 pollici. Infatti ci sarà un chip più potente (con ogni probabilità M1 Pro o Max) e un display di qualità superiore.

Al momento non ci sono informazioni ufficiali. Ma alcune indiscrezioni hanno ricevuto conferme importanti e possono aiutarci a farci un’idea di cosa aspettarci.

Design, porte e colori

Secondo le indiscrezioni il nuovo iMac Pro dovrebbe avere un design piuttosto simile a quello dell’all-in-one visto l’anno scorso. Secondo il leaker @dylandkt, dobbiamo però aspettarci delle cornici nere e più sottili. Inoltre dovrebbe arrivare una parte inferiore più ridotta rispetto al modello attuale. Tuttavia, sembra che i bordi squadrati e sottili resteranno, così come il sostegno metallico.

Al momento non è certo cosa Apple voglia fare porte in questa versione. Tuttavia, alcuni analisti hanno suggerito che Apple possa optare per una dotazione simile a quella degli ultimi MacBook Pro. Stiamo quindi parlando di porte USB–C Thunderbolt, un lettore per le schede SD e una porta HDMI. Non sappiamo al momento quante porte Thunderbolt saranno presenti. Infine, Apple dovrebbe inserire la porta Ethernet direttamente nell’adattatore per la corrente elettrica, come sul modello da 24 pollici.

Anche nell’ambito dei colori sembra Apple voglia mantenere lo stile di iMac 24″. Non sappiamo se i colori saranno gli stessi (qualcuno ha suggerito delle tonalità meno ‘pastello’) ma secondo DigiTimes dovrebbero esserci più tonalità fra cui scegliere. La presenza di cornici nere suggerirebbe però una tavolozza più scura.

iMac Pro, tutto quello che sappiamo sul display

Anche nel caso dell’iMac Pro da 27 pollici in arrivo quest’anno, Apple dovrebbe optare per la soluzione dei mini-LED per il display. Questa soluzione, adottata già nei MacBook Pro, permette dei neri più profondi, un contrasto migliore e colori più vibranti rispetto alla versione da 24 pollici.

Inoltre il nuovo display in arrivo dovrebbe garantire migliori prestazioni in HDR e un display ProMotion in grado di offrire refresh rate fino a 120Hz. Questo permetterebbe migliori prestazioni nei giochi e nell’utilizzo del rendering sul browser Safari, che sempre più può essere utilizzato per contenuti multimediali e giochi in streaming.

Gli ultimi MacBook Pro mostravano un notch per ospitare la webcam HD e il FaceID. Secondo @dylandkt potrebbe succedere la stessa cosa anche per iMac Pro, ma al momento non è chiaro se questa funzionalità sarà davvero presente.

Tutta la potenza dei chip M1 Pro o Max

Secondo diversi analisti, Apple potrebbe presentare due varianti dei propri chip per iMac Pro, a seconda delle esigenze degli utenti. Potrebbero infatti scegliere fra i chip M1 Pro, che hanno 8 o 10 core di CPU e 16 core grafici. Oppure i chip M1 Max, che hanno 10 core di GPU e ben 32 core di GPU.

Alcuni analisti hanno suggerito che Apple potrebbe anche offrire una versione del prodotto con una versione modificata di M1 Max, con 12 core di CPU per prestazioni superiori, non dovendo preservare l’autonomia della batteria. Al momento però non ci sono conferme convincenti per questa ipotesi.

Tutto quello che sappiamo sul prezzo e la disponibilità di iMac Pro 2022

Le informazioni sul prezzo di base sono piuttosto vaghe al momento e si riferiscono solo al mercato americano (di solito meno costoso del nostro). Pare che la versione base, con 16GB di RAM e un SSD da 512GB (e che dovrebbe avere il chip M1 Pro) potrebbe costare attorno ai 2.000 dollari.

In ogni caso, sembra che dovremmo scoprire tutti i dettagli tramite un annuncio primaverile, che Apple potrebbe avere già nel mese di marzo o aprile 2022. Dopo l’annuncio, iMac Pro da 27 pollici dovrebbe sostituire l’attuale modello da 27 di iMac con processore Intel sul sito della Mela. Resta tuttavia la possibilità che Apple annunci il prodotto in autunno: i problemi della catena di approvvigionamento dei chip potrebbe far slittare l’uscita.

Tuttavia, sembra che Apple abbia già iniziato ad assemblare questi prodotti a dicembre, quindi dovrebbe arrivare puntuale all’appuntamento primaverile. Non dovremo aspettare molto per scoprire i dettagli ufficiali sull’iMac Pro, vi teniamo informati.

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